Adolescenti, percorrere il sentiero di mezzo.

INTERVENTO TERAPEUTICO PER ADOLESCENTI CON DISTURBI PSICHICI E COMPORTAMENTALI LEGATI ALLA DISREGOLAZIONE EMOTIVA

Terapia dialettico comportamentale (DBT)

Percorrere il sentiero di mezzo

Il modulo percorrere il sentiero di mezzo è stato sviluppato per gli adolescenti e le loro famiglie.

I problemi che questo modulo vuole affrontare sono la polarizzazione, il pensiero non dialettico e i pattern adolescenziali esperiti da famiglie con adolescenti disregolati emotivamente e con comportamenti difficili.

Questo modello discute anche su come la genitorialità autorevole sia la più indicata per un salutare adattamento dei bambini e dei ragazzi.

L’autorevolezza comprende una ferma disciplina con ruoli chiari, essere attenti e flessibili e usare uno stile democratico che consenta la discussione e la negoziazione entro limiti ragionevoli.

In questo modulo, dove sono presenti i ragazzi con i loro genitori, bisogna stare attenti a non dare troppo spazio ai genitori. Occorre chiedere continuamente ai ragazzi cosa pensano e quali idee hanno un impatto su di loro.

In questo modulo si insegna agli adolescenti e ai genitori a mettersi l’uno nei panni dell’altro, a cogliere qual è il nocciolo della verità nella posizione dell’altro.

Questo modulo è diviso in tre parti:

  • 1 Insegnamento dei principi della dialettica: bilanciamento tra accettazione e cambiamento attraverso il camminare nella via di mezzo
  • 2 Validazione : lavorare per l’accettazione
  • 3 cambiamento del comportamento : lavorare per il cambiamento

Innanzitutto occorre orientare i clienti alla dialettica. Consegnare la scheda dove sono indicati i presupposti per un pensiero dialettico. Si invitano i partecipanti a descrivere se stessi per vedere se si vedono in maniera rigida o flessibile.

Si insegna a pensare alla possibilità che molti punti di vista possono essere veri anche se rappresentano polarità opposte.

A questo proposito il leader può disegnare un burrone sulla lavagna con un genitore su un lato e il ragazzo sull’altro. Può portare un esempio di conflitto gestito in maniera rigida, proponendo un classico conflitto che ogni genitore e adolescente affronta quasi inevitabilmente e che riguarda l’orario di rientro la sera.

La prima fase è spesso governata dal pensiero emotivo e come si sa la mente emotiva se lasciata sola tende ad agire per estremi o bianco o nero o giusto o sbagliato o io o tu.

Ma noi sappiamo anche che la verità comune è che gli adolescenti vogliono tornare tardi per stare con gli amici per sentirsi grandi, autonomi e maturi.

Ma sappiamo anche che la verità comune per i genitori è che desiderano che i figli stiano bene, non usino droghe, non facciano sesso, non bevano ,non abbiano incidenti.

Una volta che queste verità sono espresse e poi validate è utile vedere come entrambe possano essere onorate trovando una via di mezzo. La via di mezzo è qualcosa di più di un compromesso, essa deriva dall’ascolto e dalla validazione della posizione dell’altro.

Dove valutazione non significa semplicemente essere d’accordo, ma capire le ragioni dell’altro.

Ma come si fa ad uscirne fuori?

ancora una volta una sintesi dialettica tra accettazione e cambiamento conduce al sentiero di mezzo.

Prendiamo come esempio il caso di una ragazzina che si innamora di un ragazzo più grande di lei. La madre è molto preoccupata, ha paura che possa restare incinta, la rimprovera e le impedisce di uscire. Il conflitto si acuisce la ragazza scappa, allora la madre si rassegna, ma la sua preoccupazione rimane. La madre allora decide di parlare con la figlia dei sistemi anticoncezionali.

La dialettica ci insegna numerosi e importanti punti di vista

  • 1 C’è sempre più di un modo per vedere una situazione non esiste una verità assoluta. La verità evolve nel tempo.
  • 2 Ogni persona è unica ma tutti siamo connessi: una posizione estrema da parte di uno può spingere l’altro verso l’estremo opposto.
  • 3 Il cambiamento è l’unica costante.
  • 4 Due cose opposte possono essere entrambe vere e per accettare ciò dobbiamo fare ricorso alla mente saggia.
  • 5 Occorre onorare gli aspetti della verità in un conflitto senza rinunciare ai propri valori o cercare semplicemente dei compromessi che possono essere dovuti ad un eccessivo cedimento di uno dei due.

Occorre quindi passare dal pensiero dicotomico O-O al pensiero entrambi – e.

Affinché ciascuno possa capire le posizioni dell’ altro bisogna imparare a descrivere ciò che si prova e ciò che si desidera. Imparare a vedere tutti gli aspetti di una situazione e vari punti di vista.

Nessuno possiede una verità assoluta bisogna diventare esperti di alternative.

Occorre quindi aprirsi e non aspettarsi che l’altro sappia quello che succede dentro di noi.

Spesso non siamo dialettici neanche con noi stessi. Questo può succedere a causa di forti emozioni come quando lasciamo perdere le piccole cose e poi alla fine esplodiamo per un troppo pieno.

I dilemmi dialettici che i genitori si trovano spesso ad affrontare sono:

  • 1 Essere troppo clementi versus essere troppo severi
  • 2 comportamenti problematici versus comportamenti tipici degli adolescenti
  • 3 forzare l’indipendenza versus favorire l’autonomia

Per il primo dilemma occorre avere le idee chiare e applicarle e allo stesso tempo essere disposti a negoziare su alcuni temi e non esagerare sull’uso delle conseguenze “se non studi sarai un fallito nella vita”.

Per il secondo dilemma occorre riconoscere quando un comportamento oltrepassa il limite e c’è bisogno di aiuto e allo stesso tempo riconoscere che certi comportamenti sono tipici dell’adolescenza.

Per il terzo dilemma dare indicazioni sostegno e istruzioni all’adolescente per aiutarlo a capire come comportarsi e allo stesso tempo gradatamente dare maggiore libertà e autonomia pur continuando a sostenere una quantità adeguata di dipendenza dell’adolescente dagli altri.

Le regole non sono delle griglie ma delle cornici.

Occorre descrivere quali comportamenti sono tipici dell’adolescenza da quelli che sono causa di preoccupazione.

Imparare a validare è un esercizio fondamentale per la gestione dei conflitti. Validare significa comunicare all’altra persona che i suoi sentimenti i suoi pensieri e le sue azioni hanno senso e sono comprensibili in una determinata situazione. Come già detto valutare non significa essere d’accordo.

Validare significa che stiamo ascoltando, che abbiamo capito, che siamo non giudicanti, che ci preoccupiamo per la relazione, che possiamo dissentire senza sottrarre l’amore.

Per esempio si possono non validare i comportamenti e nello stesso tempo validare i sentimenti come “capisco che sei arrabbiato ma distruggere la porta a calci non va bene”

A volte si può essere non dialettici e non validanti anche rispetto a se stessi. Occorre quindi applicare questi principi anche con se stessi.

Il rinforzo positivo costituisce un ottimo strumento di validazione. Occorre rinforzare ogni comportamento positivo quando è un indice di un cambiamento seppur minimo.Non è mai troppo poco.

Mostrare interesse per anche il più piccolo cambiamento positivo è un ottimo esercizio per il rafforzamento dell’autostima.

Non si potrà mai sottolineare abbastanza come il cambiamento dipenda dall’esercizio , dall’esercizio e ancora dall’esercizio.

Possono essere usate anche le punizioni ma sempre con parsimonia e come ultima risorsa ed è importante che siano sempre commisurate a ciò che è accaduto.

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