La gita di mezzanotte. ( L’importanza di essere validanti)
Molti allievi studiavano meditazione sotto la guida del maestro di Zen Sengai. Uno di questi tutte le notti si alzava scavalcava il muro del tempio e andava a divertirsi in città. Una notte nel fare un giro di ispezione nei dormitori Sengai scoprì l’assenza dell’allievo e trovò anche l’alto sgabello che egli aveva usato per scalare il muro. Quando il nottambulo tornò, non sapendo che Sengai era lo sgabello, mise il piede sul capo del maestro e saltò nel giardino. Non appena scoprì ciò che aveva fatto rimase sgomento. Sengai disse: “La mattina presto fa molto freddo, bada di non prenderti un raffreddore”. L’allievo non uscì più di notte.
(“101 storie Zen” Adelphi editore)
Sengai ci mostra come è possibile insegnare senza ricorrere alla punizione. Cosa fa Sengai? Egli riesce a vedere il mondo dal punto di vista del ragazzo e non si intestardisce a vederlo esclusivamente con i suoi occhi di maestro e di adulto. In ogni situazione ci sono almeno due “verita”. C’è la “verità” del ragazzo, che vuole uscire, incontrare gli amici, divertirsi e c’è la “verità” del maestro che si preoccupa, che teme che il ragazzo possa mettersi nei guai e che deve vigilare su di lui. Solo muovendosi dialetticamente su queste due “verità ” Sengai trova una efficace “Via di mezzo”.